- Non accessibile
- Non visitabile
- Parcheggio nelle vicinanze
- Ingresso gratuito
Descrizione
Realizzata tra il 1060 e il 1065, l’Abbazia si trova sul Monte Corno, chiamato successivamente Casale di Pisticcio.
Furono il conte Rodolfo Maccabeo e sua moglie Emma a voler edificare l’Abbazia e a porre la prima pietra per la sua costruzione. Nel 1107, Emma Maccabeo donò ai Benedettini l’Abbazia, il territorio di Appio e San Basilio. I Benedettini pregavano, coltivavano, coinvolgevano gli abitanti del paese nella lavorazione della terra e ospitavano i viandanti.
La chiesa, in stile romanico-pugliese, era stata costruita in tufo carparo, con tetto a doppio spiovente, campanile e un rosone centrale con portale sulla facciata esterna. Accanto al Tempio, era stato costruito il Monastero per ospitare i monaci.
I lavori si conclusero nel 1277 e allo stesso anno risale la costruzione dello splendido portale. Quest’ultimo si caratterizza per le quattro fasce scolpite con foglie d’acanto, da un arco interno sostenuto da due colonne laterali con capitelli scolpiti con figure di tigrotti a destra e aquilotti a sinistra. La chiesa, suddivisa in tre navate, con soffitto ligneo, absidi a semicerchio con piccole finestre e colonne murarie con capitelli, nel progetto di Maccabeo, doveva essere un quadrilatero di circa 29 metri.
Il monastero ospitava a piano terra gli ambienti di servizio, la cucina, il refettorio, la biblioteca, la foresteria; al primo piano, le celle dei frati, un’altra biblioteca, gli ambienti per gli inservienti e per gli ospiti.
Questo periodo di splendore, cessò nel 1348, anno della peste, e lo stato di decadenza dell’Abbazia portò alla decisione di Papa Niccolò V di sopprimere l’ordine benedettino e di assoggettare l’Abbazia alle dipendenze della Certosa di Padula. I primi padri certosini si insediarono nel 1453-54 e sostarono fino al 1830. Alla loro scomparsa, l’Abbazia subì barbarie, usurpazioni e furti. Ne rimase illesa, solo la Chiesa.
Il primo grande intervento di restauro risale al 1700. La struttura sia interna che esterna, fu sconvolta del tutto con elementi barocchi che erano totalmente avulsi dal contesto. É a questo periodo che risale la bellissima statua della Madonna in legno veneziano. Solo nel 1960, con Don Mario Spinello, si avviarono i lavori di restauro diretti dall’architetto Mongiello, protratti fino al 1963, per restituire al tempio la sua originaria bellezza. Grazie poi all’intervento di Don Leonardo Selvaggi, sono stati eseguiti ulteriori lavori di restauro.
L’Abbazia Certosa di Santa Maria la Sanità del Casale di Pisticci, è santuario diocesano dal 1857 e si festeggia l’ultima domenica di aprile.