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Descrizione
L’arco di san Martino: POST TENEBRAS SPERO LUCEM
Salendo dalla via Boreale in Terravecchia, come venne chiamato a partire dall’Ottocento ciò che rimaneva dell’antico rione Casalnuovo, si arriva a quello che un tempo era l’ingresso principale all’abitato di Pisticci: l’arco di san Martino, adiacente al settecentesco Palazzo De Franco, dalla struttura architettonica essenziale, realizzato in mattoni di terracotta, materiale caratteristico dell’artigianato e dell’edilizia pisticcese.
La struttura, seppure priva di elementi decorativi, presenta un dettaglio che sfugge al viandante distratto che la attraversa: una misteriosa e suggestiva iscrizione che campeggia al di sopra dell’arco che recita “POST TENEBRAS SPERO LUCEM”, “dopo le tenebre spero di vedere la luce”.
Ad oggi non siamo in grado di dire quando fu realizzata questa iscrizione né a cosa si riferisca, ma sappiamo che questo motto latino fu largamente utilizzato come frase beneaugurante spesso in riferimento a fatti ben precisi.
Ci piace pensare che i pisticcesi la posero sull’ingresso al centro abitato per ricordare un evento funesto per l’intera comunità, forse proprio la “ruina” di quella tragica notte del 9 Febbraio 1688, quando una frana inghiottì intere contrade dell’antico Casalnuovo e sulle cui macerie fu costruito il rione Dirupo con le sue caratteristiche file di casette bianche, peculiare esempio di architettura spontanea annoverato tra le 100 meraviglie d’Italia da salvaguardare e che è valso a Pisticci l’appellativo di “città bianca”.
A cura di Luciana Vitelli